La scuola di chirurgia

Il nostro ristorante si trova all’interno di ciò che, nel pieno del Medioevo, era una delle eccellenze europee in termini di cura della persona e, addirittura, chirurgia: l’Abbazia di S. Eutizio.

Facciamo però un passo indietro e andiamo a parlare di ciò che sembra aver avuto origine in epoca romana, sui Monti Sibillini. L’origine empirica degli studi dei monaci siriani si andò ad unire alla metodologia di documentazione dei monaci benedettini e, grazie a Sant’Eutizio e Santo Spes, si fondò da prima l’Abbazia di S. Eutizio, che poi divenne scuola di chirurgia.

L’origine della scuola dovuta ai monaci siriani è quasi certa, ma secondo altri la presenza del popolo ebraico nella città di Norcia ne fu il vero punto di partenza, di sicuro l’arte dell’allevamento del suino presente in zona e, ovviamente, della conseguente lavorazione delle carni, diedero modo agli studiosi di approfondire concetti di chirurgia operando su corpi che non erano umani, considerato blasfemo per quell’epoca.

Addirittura nel 1139, nel II Concilio Lateranense, fu messo per iscritto che i monaci dovevano votarsi solo alla preghiera e non occuparsi di questioni “forensi”:

«Una prava e detestabile consuetudine, a quanto sappiamo, è cresciuta al punto che monaci e canonici regolari, dopo aver ricevuto l’abito e fatta la professione di fede, in spregio alla regola di Benedetto e di Agostino, studiano giurisprudenza e medicina al fine di ricavarne un guadagno temporale. E in verità, spinti dall’impulso dell’avarizia si fanno difensori di cause: fiduciosi nel sostegno delle loro possenti voci, nella varietà dei loro incarichi, essi confondono il giusto con l’ingiusto e il lecito con l’illecito, quando invece dovrebbero dedicarsi ad inni e salmodie. Le costituzioni imperiali attestano invero come sia assurdo ed obbrobrioso per i chierici cercare di diventare esperti in questioni forensi. Con l’Autorità Apostolica stabiliamo allora che tali violatori siano pesantemente puniti. Inoltre, trascurata la cura delle anime e messi da parte gli obblighi del loro ordine, loro stessi promettono salute in cambio di vile denaro, diventando così medici dei corpi umani. E visto anche che un occhio impuro è nunzio di un cuore impuro, ciò di cui si arrossisce a parlarne, la religione non dovrebbe trattare. Pertanto, affinché i monaci ed i canonici siano piacenti a Dio preservati nei loro sacri doveri, proibiamo, in virtù della nostra Autorità Apostolica, che questa pratica continui ulteriormente.»

Ora et labora

Proprio in applicazione della regola benedettina nata a Norcia, all’interno dell’Abbazia si è andata a costituire una vera e propria scuola con i documenti necessari per tramandare la conoscienza ai posteri. Quest’arte venne messa in pratica seguendo la regola che prescriveva ai monaci di coltivare l’arte chirurgica e la farmacia:

«infirmorum cura ante omnia et super omnia adhibenda est»

Ovviamente quest’arte fu accompagnata anche dal lavoro pratico che permise alle persone istruite del posto di andare a fare operazioni chirurgiche in Europa.


In seguito ai successivi trattati, in pratica dal XIII secolo, venne stabilito che i monaci potevano continuare la raccolta delle piante officinali e lo studio ma non potevano “fare i chirurghi”.

I monaci benedettini, attenti al loro patrimonio culturale, cercarono di mantenere attiva e tramandare la loro sapienza medica, ormai accumulata nei secoli, e istruirono perciò le persone del posto, già abituati ad esempio alla castrazione degli animali (ovini e suini).

Nella zona di Preci, che nel periodo del 1300 era sotto il controllo di Norcia, vennero così a crearsi le famiglie di chirurghi “Norcini”. La scuola di chirurgia era così stata fondata e l’arte medica veniva tramandata anche di padre in figlio.

Tra i preciani di cui ci è pervenuto il nome, i più noti tra essi furono Arcangelo Mensurati vissuto nella prima metà del XVI secolo, chiamato al servizio dell’Arciduca d’Austria; Durante Scacchi, nato nel 1540 a Preci, reputato il grande capostipite di questa Scuola medico-chirurgica, fu noto anche per trattati medici di buon livello, come il famoso Subsidium Medicinae, cui attinsero non solo medici umbri; poi il fratello Cesare Scacchi, chiamato alla corte inglese per liberare dalle cataratte la regina Elisabetta I; Orazio Cattani, vissuto nella lontana Costantinopoli al servizio del Sultano Mehmed fino al 1620; Diomede Amici, primo chirurgo a Venezia nel 1696, autore di ben due trattati di medicina; Girolamo Bacchettoni che 1726 ottenne la cattedra di oculistica dell’Università di Innsbruck; Caterino Carocci che nel 1696 servì alla corte di Ferdinando II d’Austria; Alessandro Catani (o Cattani), autore di numerosi scritti di medicina, dal 1744 medico e chirurgo della Corte di Napoli.

Tratto da https://it.wikipedia.org/wiki/Scuola_chirurgica_preciana

All’interno dell’Abbazia è stato anche instituito un museo in cui venivano conservati gli strumenti utilizzati all’epoca. In questo momento post sisma lo stesso museo non è purtroppo visitabile, ma arrivare sul posto ti permetterà comunque di scoprire in quale ambiente vivevano i primi chirurghi d’Italia.